Incentivi auto anche per benzina e diesel?

La proposta del sottosegretario allo Sviluppo Economico: estendere i benefici previsti dal Decreto Rilancio anche alle vetture endotermiche, per consentire lo smaltimento dello stock di auto nuove accumulato durante il lockdown.

Gli incentivi auto contenuti nell’emendamento al Decreto Rilancio proposto dal centrosinistra la scorsa settimana potrebbero ampliarsi. La proposta arriva dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessia Morani, che ribadisce la necessità di aiuti a sostegno dell’automotive più corposi di quelli offerti dall’attuale versione del Dl.

La Morani, con l’appoggio del ministro Stefano Patuanelli, chiede l’estensione degli incentivi auto anche per le vetture con motore benzina e diesel. Se la proposta sarà accettata lo si dovrebbe sapere già nella giornata odierna, quando delle circa 8 mila richieste di modifiche al Dl avanzate ne sopravviveranno circa 1.200, su cui poi si concentreranno i lavori della commissione Bilancio.

INCENTIVI AUTO: L’ELETTRICO NON BASTA

La proposta che abbiamo formulato – ha dichiarato il sottosegretario in un’intervista a Il Nordest quotidiano – prevede il mantenimento degli incentivi alla rottamazione auto fino a 6.000 euro per chi acquista un’auto elettrica o ibrida, allargandolo con una soglia di 2.000 euro, che raddoppia il contributo dei concessionari, per chi acquista un’automobile a standard Euro 6 con motori a benzina o diesel che prevede livelli di emissioni inquinanti grandemente inferiori rispetto ai livelli precedenti. Personalmente, sarei poi favorevole, in un’ottica di accompagnamento verso la transizione della mobilità elettrica, di inserire tra le agevolazioni anche i veicoli alimentati a Gpl o a gas metano, tecnologia dove l’Italia ha una forte tradizione e sviluppo”.

Obiettivo della Morani è trovare una soluzione al problema dei veicoli a magazzino: “Dopo i due mesi di chiusura obbligatoria dell’attività manifatturiera e delle reti di vendita auto, il settore si trova con i piazzali pieni di veicoli da smaltire per poter riavviare la produzione nella sua pienezza. Secondo Federauto ci sono da smaltire quasi 900 mila veicoli”.

Parco circolante da rinnovare

La proposta, di grande supporto all’automotive (settore che contribuisce per il 6,2% al PIL totale), potrebbe servire a stimolare il rinnovo del parco auto circolante italiano, attualmente tra i più vecchi d’Europa. “Se non si prevede una qualche forma di sostegno al settore – ha spiegato la Morani – difficilmente si avvierà quell’azione di rinnovamento generalizzato del parco auto circolante italiano che ancora oggi annovera circa 13 milioni di veicoli a standard inferiori ad Euro 4, ovvero inquinanti e anche privi di quei dispositivi di sicurezza oggi di serie su tutte le auto moderne: dalla frenata di emergenza per evitare l’investimento di un pedone o il tamponamento di altri veicoli, al sistema antibloccaggio dei freni e antisbandamento, oltre a quelli di rilevazione dei segnali stradali e del mantenimento in carreggiata dei mezzi”.