Audi: “Il Car-to-X contribuirà a ridisegnare l’ecosistema urbano”

Le nuove tecnologie, il coronavirus, un’urbanistica in evoluzione ma anche nuove attitudini comportamentali: sono tanti i fattori che determineranno il futuro delle grandi città, di cui si è discusso nel talk “Change your view, change your way. L’uomo al centro” tenutosi nell’ambito della Interni Designer’s Week a Milano. In questo cambiamento, anche l’automobile è pronta a fare la sua parte, non solo evolvendosi all’insegna della sostenibilità ma anche rivisitando il proprio ruolo nel contesto urbano grazie alla connettività: “Il Car-to-X permetterà un ridisegno dell’ecosistema urbano”, ha detto Fabrizio Longo, direttore Audi Italia.

Non uno ma tanti centri.

Il “Car-to-X”, ossia la capacità delle vetture di dialogare con le infrastrutture cittadine, dovrà integrarsi a uno scenario sociale e urbanistico profondamente mutato rispetto conosciuto fino a ieri e condizionato dagli effetti della pandemia. Il cambiamento è inevitabile “un po’ perché è un obbligo derivante da una situazione anomala e un po’perché c’è un’istanza sociale” ha affermato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, sottolineando come alcuni punti di questa trasformazione siano universali: per esempio le problematiche ambientali e la trasformazione digitale. “In questa nuova modalità si dovrà trovare una formula, soprattutto nelle grandi città” ha dichiarato il primo cittadino meneghino. Una formula che potrebbe ridisegnare radicalmente le metropoli: “Abbiamo davanti nuove scelte da fare per riscoprire una città in cui ognuno possa trovare i servizi di cui ha bisogno – ha spiegato l’architetto Stefano Boeri -. Le città che stiamo ripensando saranno sempre meno basate su grandi centri, pieni di folla, e più legate a servizi decentrati e diffusi: città pensate come ‘arcipelago’ di quartieri potrebbero avere un ruolo fondamentale. Allo stesso tempo, probabilmente ci sarà un fenomeno di parziale dislocazione”.

Il Car-to-X è il futuro, ma anche il presente.

Di fronte a questo scenario, le auto possiedono già delle capacità per contribuire a costruire un ambiente più a misura d’uomo. Una di queste è appunto la possibilità di dialogare con le infrastrutture che, come sottolineato da Fabrizio Longo, “è realtà”. “Credo che la tecnologia non sia mai stata in condizioni di poter dare concretamente delle soluzioni come oggi – ha affermato il direttore di Audi Italia -. Lo penso in chiave di sicurezza, che non è un valore tecnologico, ma è un valore sociale. Oggi, siamo in grado di attrezzare le città con delle soluzioni che sono una difesa” ha aggiunto Longo. E queste soluzioni, in alcune parti del mondo, sono già implementate.

L’onda verde e il Geofencing.

Nel 2014, la Casa dei Quattro Anelli ha presentato al Ces di Las Vegas l’Online Traffic Light Information, un sistema che attraverso il monitoraggio della viabilità, la navigazione, la temporizzazione dei semafori, fonti locali e la tecnologia mette in collegamento l’automobile e le infrastrutture (in questo caso i semafori) e permette a chi guida di mantenere la velocità giusta per prendere la cosiddetta “onda verde”, evitando di bloccarsi nel traffico. Attivo in alcune città degli Usa dal 2016, nell’estate del 2019 ha debuttato anche in Europa, a Ingolstadt (sede dell’Audi): diversi modelli della Casa, tra cui la A4, A6, A7, A8, Q3, Q8 ed e-tron sono predisposti a sfruttare questa tecnologia. Un altro esempio virtuoso di integrazione tra la connettività dell’auto e l’urbanistica “smart” è rappresentato dal “Geofencing”: attraverso sensori di bordo e mappe di navigazione accurate, le auto ibride possono riconoscere i varchi delle zone con restrizione al traffico e, a quel punto, spegnere il motore termico per passare alla propulsione elettrica, in modo da accedere a emissioni zero e senza incorrere in multe.